giovedì 28 giugno 2018

BLOGTOUR: Gli Immortalisti” di Chloe Benjamin - Cosa faresti se sapessi la data della tua morte?


Forse non sarebbe successo niente se non fossero stati nel cuore dell'estate, con un mese e mezzo di noia umida alle spalle e un altro mese e mezzo davanti. In casa non c'è aria condizionata e quest'anno – l'estate del 1969 – sembra che stia succedendo qualcosa a tutti tranne che a loro, i fratelli Gold. Mentre gli altri si sballano a Woodstock, New York non offre loro altro che un incontro con una veggente che, si dice nel quartiere, sarebbe in grado di predire la data di morte. I quattro ragazzi ci vanno, per gioco, per vestirsi di paura, per fare la rivoluzione a modo loro. Bussano alla porta della donna, entrano uno per volta, ed escono con una data. Nient'altro. Simon, Klara, Daniel e Varya sono figli di una famiglia di commercianti ebrei, sono il frutto di una storia dolorosa e felice insieme, ramificata tra Europa e Stati Uniti, e probabilmente non sono diventati quello che i genitori avrebbero voluto. E dopo quel giorno d'estate della loro adolescenza, marchiato da quel numero indimenticabile, niente sarà più come prima. I sogni e i progetti saranno altri. Non peggiori, diversi.Chloe Benjamin ha entusiasmato pubblico e critica americani con una storia che riesce a scaldare e a porre a ognuno la stessa, inevitabile domanda: cosa faresti se sapessi quando tutto finirà? Mentre osserviamo i quattro protagonisti crescere e diventare adulti ne vediamo la forza e le profondissime fragilità e li sentiamo vicini. Non è facile emozionarsi, oggi. Ma i fratelli Gold sono uomini e donne che non potremo dimenticare, vite incerte che ci riguardano, un intero sistema di affetti familiari inesorabile e commovente.



Cosa faresti se conoscessi la data della tua morte?



Mettiamo il caso che affronti la tua giornata come al solito, ti arriva un sms sul cellulare e il messaggio ti dice quanto ti resta ancora da vivere allegato anche un cronometro parte con il conto alla rovescia.
Dopo il panico iniziale, le lancette girano nulla le ferma, il tempo scorre inesorabile quindi tocca decidere come trascorrere gli ultimi momenti della propria vita.

Possiamo disperarci, piangere oppure si può ottimizzare il tempo che ci rimane, fare tutti quei buoni propositi che abbiamo sempre rimandato a "domani", potremmo esaudire tutti i nostri desideri che per colpa di una vita frenetica abbiamo sempre rimandato.
Perché quello che spaventa non è il sapere la data, ma sapere che manca poco e guardarsi dentro e porsi la domanda ma ho vissuto davvero la vita al massimo, ho fatto capire ai miei familiari quando tengo a loro?
Noi non disponiamo di poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto."
Si viviamo una vita nel menefreghismo...non riceviamo una vita breve, ma l’abbiamo resa noi....
La domanda sorge spontanea: perché allora perdere tanto tempo in futili preoccupazioni, lasciandosi sfuggire il presente tra le mani come sabbia?
Eccoci arrivati alla famosissima filosofia del carpe diem ...perché purtroppo, indubbiamente viviamo nella continua attesa del futuro.... da piccoli vogliamo essere teen-ager, poi siamo alla ricerca di un buon posto di lavoro, poi dobbiamo creare una famiglia, siamo sempre proiettati nel futuro e non viviamo e godiamo mai il presente..
Può essere allora il carpe diem la risposta alla precarietà della vita?
Ma neanche vivere e pensare solo al presente è la soluzione giusta...come spesso accade, l’equilibrio sta nel mezzo .... vivere il presente, senza temere il suo passa ma con un occhio sempre aperto su quel che ancora non è accaduto.



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