mercoledì 18 gennaio 2017

I Tappa BlogTour: Carve the Mark. I predestinati di Veronica Roth




Oggi L'universo Dei Libri ha l'onere e l'onore  di aprire Il BlogTour del nuovo libro di Veronica Roth
La scrittrice sono sicura non ha bisogno di presentazione, tutti abbiamo letto o sentito parlare della serie dei Divergenti.
La casa editrice ha mantenuto la cover originale....una vera chicca per me....




IL PRIMO ROMANZO DELLA NUOVA SAGA DI VERONICA ROTH
In una galassia lontana, dove la vita degli uomini è dominata dalla violenza e dalla vendetta, ogni essere umano possiede un "donocorrente", ovvero un potere unico e particolare, in grado di determinarne il futuro. Ma mentre la maggior parte degli uomini trae un vantaggio dal dono ricevuto in sorte, Akos e Cyra non possono farlo. Al contrario, i loro doni li hanno resi vulnerabili al controllo altrui.   Cyra è la sorella del brutale tiranno Shotet Ryzek. Il suo donocorrente, ovvero la capacità di trasmettere dolore agli altri attraverso il semplice contatto fisico, viene utilizzato dal fratello per controllare il loro popolo e terrorizzare i nemici. Ma Cyra non è soltanto un'arma nelle mani di un tiranno. La verità è che la ragazza è molto più forte e in gamba di quanto Ryzek pensi.   Akos appartiene al pacifico popolo dei Thuve, e la lealtà nei confronti della famiglia è assoluta. Quando lui e il fratello vengono catturati dai soldati Shotet di Ryzek, l'unico suo pensiero è di riuscire a liberarlo e a portarlo in salvo, costi quel che costi. Quando poi viene costretto a entrare a far parte del mondo di Cyra, l'ostilità tra i loro due popoli sembra diventare insormontabile, tanto da costringere i due ragazzi a una scelta drammatica e definitiva: aiutarsi a vicenda a sopravvivere o distruggersi l'un l'altro.
Casa Editrice:
Mondadori Chrysalide
Data di Pubblicazione: 17 gennaio  2017
Listino:  euro 16:00


Incipit:


CAPITOLO 1 AKOS 
I fiori del silenzio sbocciavano sempre nella notte più lunga. L’intera città celebrava il giorno in cui l’involto di petali si schiudeva in un tripudio di rosso, in parte perché i fiori del silenzio erano la linfa vitale della nazione e in parte, pensava Akos, per impedire che tutti impazzissero per il freddo. 
Quel giorno, il giorno del rito della Fioritura, Akos sudava dentro il suo cappotto mentre aspettava che il resto della famiglia si preparasse. Uscì in cortile per rinfrescarsi. La casa dei Ke- reseth era un cerchio di mura intorno a una stufa e aveva tutte le pareti curve, sia quelle esterne che quelle interne. Quasi sicuramente perché era di buon augurio.
Akos aprì la porta e il freddo pungente gli ferì gli occhi. Si affrettò ad abbassare gli occhiali protettivi e il calore della pel- le appannò le lenti all’istante. Afferrò maldestramente l’attizzatoio con la mano guantata e lo infilò sotto la cappa della stufa. Le pietrecarbone sembravano solo grumi neri prima di accendersi per effetto dell’attrito, ma poi sprigionavano scintille di colori diversi, a seconda della polvere di cui erano cosparse. 
Quando Akos le smosse, si illuminarono di un rosso vivo, come di sangue. Non erano là fuori per fare luce o riscaldare: erano lì solo per richiamare il pensiero sulla corrente. Come se non bastasse il mormorio nel corpo di Akos a ricordargliela. La corrente fluiva attraverso tutti gli esseri viventi e si mostrava nel cielo in tutti i diversi colori. Come le pietrecarbone. Come le luci dei flottanti che sfrecciavano sopra la sua testa diretti in città. I fuorimondo che pensavano che il loro pianeta fosse bian- co di neve in realtà non ci avevano mai messo piede. 
Il fratello maggiore di Akos, Eijeh, sporse fuori la testa. «Tan- ta voglia di congelare, eh? Su, la mamma è quasi pronta.» 
Quando andavano al tempio sua madre ci metteva sempre un po’ più del solito a prepararsi. Dopotutto, era l’oracolo. Avreb- be avuto addosso gli sguardi di tutti. 
Akos posò l’attizzatoio e rientrò, strappandosi via gli occhiali e calandosi fino alla gola la visiera di protezione. 
Suo padre e sua sorella maggiore, Cisi, aspettavano accanto alla porta, infagottati nei loro cappotti più caldi, tutti col cappuccio e tutti di pelliccia di kutyah, un materiale che non assorbiva le tinte e che quindi aveva sempre un colore grigio biancastro. 
«Tutti pronti allora, Akos? Bene.» La mamma si stava chiudendo il suo. Gli occhi le caddero sui vecchi stivali del marito. «Da qualche parte là fuori, le ceneri di tuo padre stanno rabbrividendo per quanto sono sporchi i tuoi stivali, Aoseh.» 
«Lo so, è il motivo per cui mi sono tanto dato da fare per sporcarli» rispose l’uomo sorridendo. 
«Bene» disse, o meglio cinguettò, lei. «A me piacciono così.» «A te piace qualunque cosa non piacesse a mio padre.» «Questo perché a lui non piaceva niente.»
«Possiamo salire sul flottante finché è ancora caldo?» dis- 
se Eijeh, con un tono lamentoso nella voce. «Ori ci aspetta al memoriale.» 
Sua madre finì di allacciarsi il cappotto e indossò la visiera. Percorsero goffamente il vialetto di casa, intabarrati nelle loro pellicce, muffole e occhiali protettivi. Una nave bassa e rotonda li attendeva sospesa ad altezza ginocchio, appena sopra la neve ammonticchiata. Lo sportello si aprì al tocco della don- na e tutti si accalcarono dentro. Cisi e Eijeh dovettero tirare su Akos per le braccia perché era troppo piccolo per salire da solo. Nessuno si preoccupò delle cinture di sicurezza. 
«Al tempio!» gridò il padre, sollevando il pugno nell’aria. Lo diceva sempre quando ci andavano. Era un po’ come esultare per una conferenza noiosa o per la lunga coda il giorno del- le elezioni. 
«Se solo potessimo imbottigliare questa eccitazione e vender- la a tutti i thuvhesiti. Molti li vedo solo una volta a stagione e anche allora solo perché li attendono cibo e bevande» disse la donna strascicando le parole, con un debole sorriso sul volto. 
«Allora, ecco la soluzione» disse Eijeh. «Attirali con il cibo per tutta la stagione.» 
«La saggezza dei bambini» rispose sua madre, premendo il pollice sul pulsante dell’avviamento. 
Il flottante si mosse bruscamente verso l’alto e in avanti, facen- doli cadere tutti l’uno sull’altro. Eijeh spinse via Akos, ridendo. In lontananza brillavano le luci di Hessa. La città si avvolge- va intorno a una collina: la base militare in basso, il tempio in cima e tutti gli altri edifici nel mezzo. Il tempio, a cui erano di- retti, era una grossa struttura di pietra con al centro una cupola composta da centinaia di pannelli di vetro colorato. La sommità della collina si illuminava di un colore rosso arancione quando vi batteva il sole. Il che significava che non accadeva quasi mai. Il flottante risalì il pendio, sorvolando dolcemente la città rocciosa, antica quanto il loro pianeta-nazione: Thuvhe, come lo chiamavano tutti tranne i loro nemici, una parola dal suono così scivoloso che i fuorimondo si imbrogliavano nel pronunciarla. Metà delle strette case era sepolta sotto cumuli di neve. Erano quasi tutte vuote. Chiunque contasse qualcosa stava an- 
dando al tempio quella sera.
«Visto niente di interessante oggi?» chiese il padre alla moglie. Deviò il flottante per evitare un anemometro particolarmente alto che si allungava verso il cielo, girando su se stesso. Akos capì dal tono che il padre stava chiedendo alla madre delle sue visioni. Ogni pianeta della galassia aveva tre oracoli: uno in ascesa; uno in carica, come sua madre; e uno in declino. Akos non capiva fino in fondo che cosa significasse, se non che la corrente sussurrava il futuro alle orecchie di sua madre e che 

in tanti, incontrandoli, la guardavano con reverenza.
«Forse ho visto tua sorella l’altro giorno...» cominciò a dire lei. «Ma dubito che vorrebbe saperlo.»
«Lei pensa solo che bisognerebbe maneggiare il futuro con il dovuto riguardo, in considerazione del peso che ha.» 

Mi raccomando seguite tutte le tappe di questo splendido BlogTour.






2 commenti:

  1. E' la prima volta che sento parlare e già lo voglio!
    La trama è intrigante e la cover è il tocco finale davvero; è meravigliosa e chiunque lo vedrebbe in vetrina entrerebbe in libreria solo per ammirarlo *-*
    La scrittrice già la conosco (chi non la conosce?) quindi sono sicura che piacerà :3

    RispondiElimina