«Un romanzo magnifico sul potere dell'amore e sulle scelte che una madre arriva a compiere per salvare i suoi figli. »
Bookpage
«La storia delicata a toccante di una famiglia separata dalla guerra. »
Parade
«La prosa di Correa è davvero suggestiva, soprattutto quando descrive i personaggi femminili: sanno che verranno giudicate per le loro scelte, eppure non si tirano mai indietro. »
The New York Times Book Review
Un fascio di vecchie lettere, ed Elise Duval capisce che è arrivato il momento che ha aspettato e temuto per tutta la vita. Perché lei non rammenta nulla della propria infanzia; i suoi ricordi iniziano quando lei aveva dieci anni e festeggiava la fine della seconda guerra mondiale. Quelle lettere, invece, sono datate 1940, sono scritte in tedesco e arrivano da Cuba, un Paese in cui lei non è mai stata e dove non conosce nessuno. Chi saranno mai Viera, la destinataria, e Amanda, la donna che implora il suo perdono? Solo una cosa è chiara: il destino sta offrendo a Elise una chiave per aprire la porta del suo passato. Con un coraggio e una determinazione che non credeva di avere, Elise raccoglie gli indizi disseminati nelle lettere e riscostruisce la storia di una famiglia perseguitata dal nazismo, di una madre costretta a compiere una scelta impossibile, di un legame che né il tempo né la distanza sono riusciti a spezzare. E, a poco a poco, scoprirà non solo la verità sulla sua famiglia, ma anche l'esistenza di persone che non l'hanno dimenticata e che non hanno mai perso la speranza di ricondurla a casa.
Le donne hanno dovuto essere forti, non hanno avuto scelta.
Quando scoppia una Guerra, si pensa solo a sopravvivere.
Tutti i gesti, le azioni che vengono fatti, nel bene e nel male, nascono da questo, dalla propria sopravvivenza e quella dei propri cari.
Bookpage
«La storia delicata a toccante di una famiglia separata dalla guerra. »
Parade
«La prosa di Correa è davvero suggestiva, soprattutto quando descrive i personaggi femminili: sanno che verranno giudicate per le loro scelte, eppure non si tirano mai indietro. »
The New York Times Book Review
Un fascio di vecchie lettere, ed Elise Duval capisce che è arrivato il momento che ha aspettato e temuto per tutta la vita. Perché lei non rammenta nulla della propria infanzia; i suoi ricordi iniziano quando lei aveva dieci anni e festeggiava la fine della seconda guerra mondiale. Quelle lettere, invece, sono datate 1940, sono scritte in tedesco e arrivano da Cuba, un Paese in cui lei non è mai stata e dove non conosce nessuno. Chi saranno mai Viera, la destinataria, e Amanda, la donna che implora il suo perdono? Solo una cosa è chiara: il destino sta offrendo a Elise una chiave per aprire la porta del suo passato. Con un coraggio e una determinazione che non credeva di avere, Elise raccoglie gli indizi disseminati nelle lettere e riscostruisce la storia di una famiglia perseguitata dal nazismo, di una madre costretta a compiere una scelta impossibile, di un legame che né il tempo né la distanza sono riusciti a spezzare. E, a poco a poco, scoprirà non solo la verità sulla sua famiglia, ma anche l'esistenza di persone che non l'hanno dimenticata e che non hanno mai perso la speranza di ricondurla a casa.
Le donne hanno dovuto essere forti, non hanno avuto scelta.
Quando scoppia una Guerra, si pensa solo a sopravvivere.
Tutti i gesti, le azioni che vengono fatti, nel bene e nel male, nascono da questo, dalla propria sopravvivenza e quella dei propri cari.
Parlare della II Guerra Mondiale, non è mai facile, è il periodo più buio e più brutto dell’umanità… anche se sono del parere che per non dimenticare, per non commettere gli stessi errori, bisogna ricordare e parlarne.
Quando leggo un libro che tratta gli argomenti, la II Guerra Mondiale, gli Ebrei, le loro morti , mi chiedo: ma sono morti in nome di cosa?
Per i soldi, la fama, il potere…. ma la vita conta davvero così poco?
Un altro pensiero va alle donne, alla forza che hanno dovuto trovare.
La figlia dimentica di Armando Lucas è un libro toccante, che narra di una madre che deve compiere un atto di forza, di coraggio, per proteggere le sue figlie.
Amanda è la mamma di due bambine Viera e Lina.
Quando scoppia la II Guerra Mondiale, deve prendere una decisione che cambierà il resto della sua vita e anche quella delle sue figlie.
Amanda e suo marito sono ebrei.
Dopo la cattura di suo marito, Amanda deve trovare la forza per salvare le sue figlie.
Perché uso il termine trovare la forza?
Perché Amanda è costretta a imbarcare, da sole, le sue figlie per poterle salvare…..ma quando arriva al porto, un po’ di quel coraggio, di quella forza viene meno.
Come può una madre lasciare le sue figlie e mandarle dall’altro capo del mondo da sole?
Quando ho letto questo passaggio, di Amanda al porto che decide di tenere la piccola Lina con se e invece imbarca Viera, non sono riuscita a giudicarla...chi sono io per giudicare una persona che sta vivendo un momento terribile.
Non sono riuscita a giudicarla, ma ho trovato Amanda molto forte e coraggiosa. Si perché ci vuole coraggio a lasciare andare una figlia verso l'ignoto, come ci vuole coraggio a tenere una figlia durante il periodo della guerra.
Credo che le donne nella II Guerra Mondiale hanno dovuto essere molto forti, visto che gli uomini erano al fronte, erano loro che dovevano mandare avanti la casa e che dovevano proteggerla.
Le donne non saranno andate al fronte a combattere, ma anche loro hanno combattuto a casa, hanno dovuto essere forti.
Hanno dovuto prendere la paura che provavano, (perché in fondo sono esseri umani) e sotterrarla dentro di loro, per l’amore dei loro figli, hanno dovuto essere forti, tenaci per i propri cari e per la loro sopravvivenza.
Amanda, la protagonista del libro, quando viene fatta prigioniera insieme alla figlia minore, è costretta a mettere da parte la paura, come il rispetto per se stessa, è costretta a compiere azioni e gesti in nome della sopravvivenza, sua e della piccola Lina....
Io sono del parere che non è più forte la persona (uomo o donna) che alza più chili, ma il più forte è chi pur avendo paura trova un modo per sopravvivere e trova il coraggio, la forza per andare avanti.
Amanda ha uno scopo, ed è da questo scopo che nasce il suo coraggio, la sua forza, ha paura ovvio, il futuro non da certezze, ma dalla sua paura Amanda trova la forza per salvare le sue figlie.
Quando leggo un libro che tratta gli argomenti, la II Guerra Mondiale, gli Ebrei, le loro morti , mi chiedo: ma sono morti in nome di cosa?
Per i soldi, la fama, il potere…. ma la vita conta davvero così poco?
Un altro pensiero va alle donne, alla forza che hanno dovuto trovare.
La figlia dimentica di Armando Lucas è un libro toccante, che narra di una madre che deve compiere un atto di forza, di coraggio, per proteggere le sue figlie.
Amanda è la mamma di due bambine Viera e Lina.
Quando scoppia la II Guerra Mondiale, deve prendere una decisione che cambierà il resto della sua vita e anche quella delle sue figlie.
Amanda e suo marito sono ebrei.
Dopo la cattura di suo marito, Amanda deve trovare la forza per salvare le sue figlie.
Perché uso il termine trovare la forza?
Perché Amanda è costretta a imbarcare, da sole, le sue figlie per poterle salvare…..ma quando arriva al porto, un po’ di quel coraggio, di quella forza viene meno.
Come può una madre lasciare le sue figlie e mandarle dall’altro capo del mondo da sole?
Quando ho letto questo passaggio, di Amanda al porto che decide di tenere la piccola Lina con se e invece imbarca Viera, non sono riuscita a giudicarla...chi sono io per giudicare una persona che sta vivendo un momento terribile.
Non sono riuscita a giudicarla, ma ho trovato Amanda molto forte e coraggiosa. Si perché ci vuole coraggio a lasciare andare una figlia verso l'ignoto, come ci vuole coraggio a tenere una figlia durante il periodo della guerra.
Credo che le donne nella II Guerra Mondiale hanno dovuto essere molto forti, visto che gli uomini erano al fronte, erano loro che dovevano mandare avanti la casa e che dovevano proteggerla.
Le donne non saranno andate al fronte a combattere, ma anche loro hanno combattuto a casa, hanno dovuto essere forti.
Hanno dovuto prendere la paura che provavano, (perché in fondo sono esseri umani) e sotterrarla dentro di loro, per l’amore dei loro figli, hanno dovuto essere forti, tenaci per i propri cari e per la loro sopravvivenza.
Amanda, la protagonista del libro, quando viene fatta prigioniera insieme alla figlia minore, è costretta a mettere da parte la paura, come il rispetto per se stessa, è costretta a compiere azioni e gesti in nome della sopravvivenza, sua e della piccola Lina....
Io sono del parere che non è più forte la persona (uomo o donna) che alza più chili, ma il più forte è chi pur avendo paura trova un modo per sopravvivere e trova il coraggio, la forza per andare avanti.
Amanda ha uno scopo, ed è da questo scopo che nasce il suo coraggio, la sua forza, ha paura ovvio, il futuro non da certezze, ma dalla sua paura Amanda trova la forza per salvare le sue figlie.
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