giovedì 10 maggio 2018

REVIEW PARTY: L'orso di Claire Cameron


Anna è una bambina di cinque anni. Con i genitori e il fratellino, Stick, di poco più piccolo, sta facendo una bella vacanza sull’isola di Bates, un paradiso naturale al centro del meraviglioso lago canadese di Opeongo.
La radura dove si fermano per la notte è un incanto. Anna stringe a sé Stick e dice buonanotte al papà e alla mamma, che si ritirano nella loro tenda. La notte è tiepida, trasparente, e i suoni che provengono dal bosco accompagnano fin dentro i sogni più dolci.
Ma nel cuore della notte la vita diventa un incubo.
All’improvviso i due fratellini vengono svegliati dalle urla della mamma e del papà, dal trambusto assordante. Un grosso orso nero ha sventrato la tenda dei genitori e si accanisce su di loro con la sua enorme forza, con la ferocia della bestia affamata. In un ultimo, disperato atto di coraggio il padre mette in salvo i piccoli, chiudendoli all’interno di un robusto container per gli attrezzi e le provviste.
Il giorno seguente, nella luce di una giornata di sole, i due bimbi escono dal nascondiglio che li ha protetti dalla bestia e si incamminano, insieme con il lettore di questo sorprendente, emozionante romanzo, nella loro nuova vita. Attorno, oltre i resti del passato e dell’amore, c’è la natura pericolosa, affamata, impenetrabile, ostile. E una fioca luce per guardare verso il futuro.



RECENSIONE:


L'Orso è un libro particolare, ha una storia incredibile, che aspetta solo di essere letta, credetemi, una volta che iniziate la lettura non riuscirete a smettere di leggere....

Nell'ottobre del 1991, dei campeggiatori furono attaccati da un orso ad Algonquin Park, in Canada.

Non c'è una ragione chiara di questa aggressione, se non che un orso affamato ha cercato una nuova fonte di "cibo". 
L'orso si basa sui ricordi della scrittrice e sulla ricerca che ha fatto di questo attacco. (I bimbi li ha aggiunti lei, nell'attacco non c'erano).
La voce narrate è di Anna una bimba di 5 anni, lei e suo fratello Stick di due anni, sono i sopravvissuti di un attacco da parte di un orso che uccide i loro genitori ,lasciandoli da soli a vagare nella vasta regione selvaggia di Algonquin.
La faccenda è  già spaventosa di per se per un adulto, figuriamoci per dei bimbi di 5 e 2 anni.
Anna nonostante la sua giovanissima età ha la capacità, le conosce e le esperienze su cui può contare.
Mentre leggiamo i sentimenti che proviamo sono molteplici,vivere una situazione del genere è spaventoso, straziante, immaginare la confusione, la paura, le mille domande che nascono e nel libro i due bimbi devono anche affrontare la perdita dei loro genitori, ma non hanno tempo per piangere... devono salvarsi.....
La scrittrice è stata davvero brava, nel libro sentiamo tutte le emozioni e le paure dei bimbi ma sentiamo anche la loro forza e la voglia di vivere.
Anna richiama i suoi ricordi più e più volte mentre lotta per la sua sopravvivenza e quella del suo fratellino.
Personalmente ho adorato la voce narrante di Anna, mi è sembrata una rappresentazione molto realistica di ciò che un bambino potrebbe pensare nel mezzo di una tragedia che non comprende.
Emozionale, inquietante, avvincente , buono. 
Altamente raccomandato.
 



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La scrittrice è stata carinissima e ha risposto ha due domande, per ogni blog.
Ecco le mie:



D:Quando scrive, le piace ascoltare la musica, o preferisce il silenzio?
R: Amo sentire la musica. Soprattutto mentre scrivevo L'Orso con la voce di una bambina, Anna, era come fosse musica per me.
Mentre scrivevo non volevo pensare troppo sopra il suo personaggio.
Era più come cantare.
Una canzone che sentivo spesso era Rockabye di Abigail Washburn.
E' una cantautrice americana che suona il banjo.
Se mi fossi allontanata da Anna per un periodo di tempo, la canzone con la sua miscela di luce e buio mi avrebbe aiutato a ritrovarla

D: Ha un orario abituale quando scrive o aspetta l'ispirazione?

R: Per ogni libro lavoro diversamente.
Quando ho scritto "L'ultima dei Neanderthal" ho fatto molte ricerche.
Ho iniziato da quello e poi ho scritto bozze, poi mi sono informata tramite libri ed esperti.
Scrivere quel libro è diventato un continuo avanti e indietro per trovare l'equilibrio tra lo scrivere la storia del passato e la storia del romanzo.
Per L'Orso sono stata ossessionata dagli orsi per molto tempo - fin da quando ho letto dell'attacco in Algonquin Park nel 1991.
Questo significava che già conoscevo molto sul comportamento degli orsi.
La voce di Anna l'ho trovata durante le conversazioni con mio figlio, che aveva cinque anni all'epoca.
Quindi scrivere è diventato una sorta di recita.
Mi tuffo dentro la storia.
Sto scrivendo un nuovo libro e anche questa è un'altra storia.
Ho fatto molte ricerche e ora sto scrivendo molto lentamente la storia e quello che i personaggi pensano.
Staremo a vedere quello che succederà!



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