Certe
mostruosità possono maturare solo in posti così: una provincia del nord Italia,
dove soltanto pochi metri separano un gregge di pecore da un centro commerciale
con sala slot e fitness, dove la gente abita in villette a schiera con
giardino, tavernetta e vetrina con i ninnoli in cristallo, dove riservatezza è
il nome che si attribuisce a un'omertà che non ha niente da invidiare a quella
dei paesi dove comanda la mafia. Gli stessi luoghi che più di cento anni fa,
infestati dalla miseria, dalla denutrizione e dalla pellagra, videro gli
spaventosi delitti di Vincenzo Verzeni, il "vampiro di Bottanuco", il
primo serial killer italiano, studiato da Lombroso con la minuzia farneticante
che caratterizzava la scienza di fine Ottocento e aggiungeva orrore all'orrore.
Il serial killer che sembra citare il modus operandi di quel primo assassino
non è però un giovane campagnolo con avi "cretinosi", è una mente
lucidissima, affilata, che uccide con rabbia ma poi quasi si diletta, si prende
gioco degli inquirenti. A raccontare ai lettori le sue imprese e, a un certo
punto, a tentare in prima persona di dargli la caccia, la coppia più bella mai
creata dal noir italiano: Marco Besana, un giornalista di nera alle soglie del
prepensionamento, disilluso, etico e amaro come molte classiche figure della
narrativa d'azione, e una giovane stagista, la ventiseienne Ilaria Piatti,
detta "Piattola". Goffa, malvestita, senza neppure un corteggiatore,
priva di protezioni, traumatizzata da un dolore che l'ha segnata nell'infanzia
e non potrà abbandonarla mai, eppure intelligentissima, intuitiva, veramente
dotata per un mestiere in cui molti vanno avanti con tutt'altri mezzi, Ilaria è
il personaggio del quale ogni lettrice e lettore si innamorerà. Un uomo anziano
e una ragazza rappresentanti emblematici delle due categorie più deboli della
società italiana di oggi, uniscono la loro fragilità e le loro impensabili
risorse per raccogliere la sfida lanciata dal male.
RECENSIONE:
Ho
letto Nostalgia del sangue tutto in fiato (e il libro ha circa 540 pagine) perché è
impossibile fare altrimenti.
E' un thriller che ti cattura fin dalla prima pagina, oltre che essere scritto bene, i capitoli brevi aiutano molto.
Non c'è stato un momento di calo, ne un momento di noia, quindi è stato molto facile leggerlo...una pagina tira l'altra...
E' un thriller che ti cattura fin dalla prima pagina, oltre che essere scritto bene, i capitoli brevi aiutano molto.
Non c'è stato un momento di calo, ne un momento di noia, quindi è stato molto facile leggerlo...una pagina tira l'altra...
Di
cosa parla dunque questo libro che mi ha letteralmente catturata con la sua
scrittura eccezionale?
Facciamo
subito la conoscenza di due giornalisti, di cronaca nera, il veterano Marco
Besana, vicino al prepensionamento e la stagista Ilaria Piatti.
Due giornalisti con due esperienze, giustamente, diverse, ma entrambi hanno la voglia di scoprire la verità.
Due giornalisti con due esperienze, giustamente, diverse, ma entrambi hanno la voglia di scoprire la verità.
Siamo
in un paese in provincia di Bergamo, dove circa un secolo fa ha vissuto Vincenzo Verzeni
un serial killer, soprannominato il Vampiro della bergamasca in quanto il suo
modus operandi, era di aggredire le sue vittime, strangolarle e alla loro
morte mutilava i copri con episodi di cannibalismo.
Un secolo dopo, purtroppo, questo tipo di omicidi si stanno di nuovo ripetendo.
Il caso viene assegnato a Marco e quando Ilaria capisce che l'assassino sta imitando Vincenzo Verzeni, Marco chiede il suo aiuto. Mentre Marco e Ilaria s'immergono nel caso, noi lettori conosciamo meglio anche la vita di questi due giornalisti.
Un secolo dopo, purtroppo, questo tipo di omicidi si stanno di nuovo ripetendo.
Il caso viene assegnato a Marco e quando Ilaria capisce che l'assassino sta imitando Vincenzo Verzeni, Marco chiede il suo aiuto. Mentre Marco e Ilaria s'immergono nel caso, noi lettori conosciamo meglio anche la vita di questi due giornalisti.
Marco
vive da solo, da quando la moglie l'ha cacciato di casa, per colpa di una
scappatella con la stagista che c'era prima di Ilaria. Marco ama molto il suo
lavoro, non vuole andare in pensione, non sa cosa fare a casa tutto il giorno.
Lui è abituato a stare in mezzo alla notizia, a cercare la verità.
“Mi chiedo se avrò nostalgia del
sangue, quando andrò in pensione.”
“Nostalgia del sangue?”
“Be’, in fondo passi la vita così.
Prima impari a guardarlo a occhio nudo, poi la scientifica si aggiorna e arriva
il luminol, e tu sei con loro, quindi impari a guardarlo al buio. Non è più
quella roba rossa che conoscevi, ma una chemiluminescenza bluastra. Cambia di
colpo la tua prospettiva. Prima cercavi di capirla da dove arrivava e dove ti
portava, poi si scopre il DNA e ti accorgi che la via da seguire sta dentro. Io
ho cambiato tante volte il rapporto con il sangue. È un po’ come un matrimonio:
ci sono tante stagioni. Per questo mi chiedo se mi mancherà.”
Ilaria
è una ragazza di 26 anni, ma nel suo passato nasconde un dolore grande, suo
padre ha ucciso sua madre, ma non ha confessato il suo omicidio, anzi il padre
di Ilaria faceva appelli ai giornalisti.
Ilaria è cresciuta con la zia, nonostante la tragedia che ha vissuto da piccola, vuole diventare una giornalista di cronaca nera, non può che essere dunque felice e onorata quando il suo mentore è Marco.
Ilaria è cresciuta con la zia, nonostante la tragedia che ha vissuto da piccola, vuole diventare una giornalista di cronaca nera, non può che essere dunque felice e onorata quando il suo mentore è Marco.
All'inizio
il loro rapporto non è facile, si studiano si devono conoscere, una volta
conosciuti entrambi provano stima l'uno verso l'altra.
Le
atmosfere, sono cupe quasi noir e la trama sicuramente ne giova, arricchisce la
tensione che già si percepisce, è una corsa per trovare l'assassino, prima che
uccida ancora....
Nostalgia
del sangue è un thriller ben scritto, avvincente, pieno di suspense, i
personaggi non sono perfetti e per questo risultano tremendamente umani, con le
loro paure, con le loro sfide da vincere.
Consiglio
senza ombra di dubbio.
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