mercoledì 31 gennaio 2018

BLOGTOUR: L'uomo di gesso di C.J. Tudor - La psicologia di un killer: come nasce l’uomo di gesso



Ultimamente leggo sempre dei bei thriller, scritti bene e molto accattivanti, mi coinvolgono fin dalle prime pagine, lo stesso è successo per questo libro.



Guardandosi indietro, tutto è cominciato quel giorno alla fiera, con il terribile incidente sulla giostra. Il giorno in cui Ed, dodicenne, ha incontrato per la prima volta l'Uomo di Gesso. È stato proprio lui, l'Uomo di Gesso, a dargli l'idea di utilizzare quei disegni per i messaggi con il suo gruppo di amici. E all'inizio era uno spasso, per tutti. Fino a quando non è stato ritrovato il cadavere di una ragazzina. Ma sono passati trent'anni, e Ed pensava di essersi lasciato il passato alle spalle. Poi, per posta, riceve una busta: un gessetto, e il disegno di un uomo stilizzato. Certe storie non finiscono. Il gioco, per Ed e i suoi amichetti di un tempo, ricomincia da capo. L'Uomo di Gesso è di nuovo tra loro.




Ma come nasce un serial killer? Come può l'essere umano  dotato di empatica e di dolcezza "trasformarsi" in un omicida?



La psiche umana è un grande rompicapo con cui gli psicologi lavorano ogni giorno ma, come ci viene ripetuto, nessuno di noi è uguale all’altro. Cosa succede allora nella mente dell’assassino per far scattare quella furia omicida? Il termine “serial killer” è stato coniato per indicare un soggetto è un pluriomicida, con una natura ossessivo compulsiva. Diversi autori hanno sottolineato l’importanza delle esperienze traumatiche subite dal soggetto in ambito sia familiare che extrafamiliare, durante l’infanzia e l’adolescenza, per spiegare il manifestarsi del comportamento omicida. Ovviamente non tutti i soggetti che sono stati vittima di diventeranno dei killer.

Esaminando la casistica, si nota che molti assassini rientrano in queste categorie:
  1. figlio illegittimo;
  2. figlio di un genitore abusivo, di solito il padre, mentre l’altro è sottomesso, spesso la madre (anche se è possibile l’opposto);
  3. orfano di uno o entrambi i genitori;
  4. infanzia caratterizzata da violenze fisiche, psicologiche o sessuali (la maggior parte delle volte è il padre a rendersi colpevole dell’abuso, ma può essere anche un altro parente perciò, le figure genitoriali risultano per i serial killer delle vere e proprie persecuzioni che, coscientemente o meno, li guidano nella valutazione delle proprie vittime)
La personalità del bambino e le sue reazioni sociali si sviluppano proprio sullo sfondo del clima generale della famiglia che è fondamentale per lo sviluppo equilibrato della sua personalità, vivendo la sua infanzia in un atmosfera di sicurezza: la mancanza di affetto o l’ostilità reciproca dei genitori a provocare uno stato di frustrazione nel figlio. La maggior parte degli assassini seriali proviene da una “famiglia multiproblematica” e questo fattore è molto importante per spiegare il loro comportamento deviante. Vi insorge un’enorme difficoltà che hanno queste persone a rapportarsi con il prossimo. Questi rapporti comunicativi distorti sono sempre il frutto di problemi relazionali insorti durante l’infanzia e l’adolescenza del soggetto. Le caratteristiche comportamentali e le influenze ambientali permettono ai successivi modelli, normali e patologici, di emergere durante l’età adulta. Riguardo al rapporto con il gruppo dei pari, praticamente tutti gli assassini seriali mostrando gravi difficoltà di relazione con gli altri ed una vita sociale molto povera. Questi problemi sono la conseguenza di un periodo evolutivo vissuto prevalentemente in solitudine con gravi problemi di rapporto con le altre persone. Il bambino proietta nella scuola e nel rapporto con i coetanei, i vissuti che si porta appresso dall’ambiente familiare, dove spesso non ha imparato dei modelli di comunicazione adeguati.
Gli studiosi hanno cercato di elencare una serie di sintomi che, se riscontrati durante l’infanzia e l’adolescenza, possono far presagire un futuro comportamento omicidiario seriale:
  1. isolamento sociale.
  2. difficoltà di apprendimento.
  3. comportamento irregolare.
  4. ossessione per il fuoco,
  5. crudeltà verso gli animali.

Manipolazione, dominio, controllo; queste sono le tre parole chiave per comprendere il modo di agire di un assassino seriale. 


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