martedì 15 gennaio 2019

II TAPPA BLOGTOUR: La guerra di Margot di Monica Hesse - Recensione

L'immagine, controsole, è di una ragazzina dai capelli biondi, seduta su un muretto, intenta a scrivere sul suo diario. È la prima volta che Haruko vede Margot: il muretto è quello del campo di internamento di Crystal City, Texas.
È il 1944 e a Crystal City ci sono famiglie giapponesi e tedesche, strappate al loro sogno americano per diventare prigioniere a casa propria, in nome della guerra che si sta combattendo molto lontano. Margot scrive tutto sul suo taccuino, anche quel primo incontro con Haruko.
Non sa che ben presto, tra lei, di famiglia tedesca, e quella ragazzina giapponese appena arrivata, nascerà un'amicizia segreta, profonda e viscerale. Sono l'una l'opposto dell'altra, ma c'è una cosa che hanno in comune: il campo. Quel luogo senza aria che le sta cambiando profondamente.
E quando Margot si troverà alle prese con un segreto che non può raccontare neanche ad Haruko, si vedrà costretta a compiere la scelta più difficile. E lo farà solo in nome dell'amicizia: perché il legame tra Margot e Haruko è più forte dell'orrore e dell'odio dei grandi.
Un romanzo che si legge con gli occhi umidi di commozione, che illumina un momento sconosciuto della Seconda guerra mondiale e al tempo stesso racconta di una straordinaria amicizia. Insegnandoci che la libertà ha lo stesso nome, in ogni lingua del mondo.




RECENSIONE:


Siamo nel 1944 Haruko Tanaka ha 17 anni,  sta viaggiando in treno, insieme a sua sorella Toshiko Tanaka (12 anni) e la loro madre: Setsu Tanaka 44 anni. Stanno viaggiando sul treno da 3 giorni, devono raggiungere la struttura di internamento familiare a Crystal City, Texas, per ricongiungersi a Ichiro Tanaka, padre di Haruko.

Quando Haruko arriva alla struttura, prima di vedere suo padre vede una ragazza intenta a scrivere nel suo taccuino.

Questa ragazza ha 16 anni e si chiama Margot.


Margot e Haruko sono due adolescenti, ma non vivono come le loro coetanee, per colpa dei loro padri.

Saranno costrette a vivere in una struttura con molte regole e divieti.... mattina e sera devono mettersi in fila per essere contate, sotto il sole o sotto la pioggia e nessun può uscire dalla struttura, tranne per essere rimpatriati nel loro paese.

Margot è figlia di genitori tedeschi, Haruko è figlia di genitori giapponesi.

Per il governo americano non importa se le famiglie, vivono da molti anni in America, per ora sono il nemico.

Nonostante Margot e Haruko provengono da due nazioni diverse e la struttura ha diviso i Giapponesi e i tedeschi, Margot frequenta la classe di Haruko.

Le due ragazze all’inizio non si parlano si ignorano, ma complice una tempesta di polvere, sono costrette a rifugiarsi nella ghiacciai del campo. Dopo questo episodio giorno dopo giorno, le due ragazze diventano amiche di confidano.

Haruko fa leggere le lettere che Ken, suo fratello, invia dal fronte. Haruko confida a Margot la paura che le accuse riguardo a suo padre possano essere vere....

Margot confida alla sua nuova amica che lei si sente America non si sente tedesca. Non crede nelle idee dei nazisti. 

Ma la guerra, la prigionia, cambia le persone, cambia anche le brave persone.....

I genitori di Haruko stanno cercando di far uscire la figlia quando avrà compiuto 18 anni. Sono riusciti a trovarle un lavoro, deve solo aspettare un anno. Se all’inizio Haruko desiderava la libertà, ora desidera stare con Margot ..... ma i genitori di Margot hanno deciso di ritornare in Germania....

Cosa ne sarà di Haruko e Margot? La loro amicizia proseguirà?

È un libro toccante, commovente, inutile dire che fa riflettere e fa arrabbiare. 

Non voglio raccontare troppo , per non togliere il gusto e la sorpresa della lettura.

All'inizio mi ero fatto un’idea sulle ragazze, anche se in alcuni punti non capivo dove stava la verità, chi mentiva, chi diceva la verità?

Finché non si arriva all’ultima pagina e tutto viene chiarito.

Il finale mi ha lasciato una domanda che giro anche a voi:

Per la felicità, la sicurezza di una persona che amiamo, cosa siamo disposti a fare? Fin dove siano disposti a spingerci?

Inutile dire che è un libro che ho divorato.

E' il secondo libro che leggo di questa scrittrice e ogni suo libro che leggo mi conquista sempre di più.




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