mercoledì 23 maggio 2018

BLOGTOUR: Jonas e il mondo nero di Francesco Carofiglio - INTERVISTA


Ciao a tutti
sono molto felice e onorata di ospitare una Tappa ( l'intervista per di più) di questo libro, mando alle chiacchiere e facciamo parlare lo scrittore....



Jonas ha dodici anni e una vita normale. Almeno così sembra. In realtà nasconde un segreto: vede cose che altri non vedono. Presenze discrete, all'inizio, poi sempre più inquietanti. Arrivano da un'altra dimensione e pare che stiano cercando proprio lui. Un giorno Jonas si ritrova un biglietto in tasca, un messaggio cifrato, che sembra indicargli la strada da seguire. E, a poco a poco, si rende conto che è tutto vero: esiste un mondo sconosciuto, molto vicino a noi, e sta per trasformare la realtà in uno spaventoso universo senza luce. Il Giorno degli Incroci si avvicina e toccherà a Jonas fare la scelta più difficile: un incredibile atto di coraggio per impedire che il Mondo Nero prenda il sopravvento.


Cosa l’ha spinta a scrivere la storia di Jonas?
Quando ero ragazzo amavo molto i romanzi di avventura. E anche quelle storie che correvano sul filo, tra realtà e immaginazione. A un certo punto, qualche anno fa ho pensato che avrei voluto scrivere una di quelle storie, piena di mistero e di colpi di scena, e che l’avrei scritta pensando al ragazzo di allora. Forse Jonas è nato così.

Dietro un grande autore, c’è sempre un grandissimo lettore. Quali sono gli ultimi titoli che ha letto e che le sono rimasti nel cuore?
Ho letto cose molto diverse tra loro, come sempre.
Gatti molto speciali  di Doris Lessing, ho riletto  Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde  di Stevenson, e sto leggendo  4321  di Paul Auster.
Il primo è un romanzo atipico, parla di gatti come non ti aspetti, con una prosa sfuggente, come se a scrivere fosse proprio una gatta.
Il secondo è il racconto ancora potentissimo della Londra Vittoriana più cupa, del terzo,
decisamente impegnativo per la mole, non sono ancora in grado dire esattamente quello che penso.
Però mi piace.

Quanto c’è di lei nel mondo di Jonas?
Molte cose, credo, ma posso dirlo soltanto adesso, rileggendo. Mentre scrivevo non pensavo a me, alla mia infanzia, a quello che io ero allora. Mentre scrivevo correvo soltanto insieme a questo ragazzino verso la più incredibile delle avventure.

Quale messaggio voleva fosse chiaro al lettore con questo libro?
Ho una certa diffidenza per gli scrittori che decidono di consegnare un messaggio a chi legge. Penso che ogni lettore scriva una storia diversa, e quindi ritrovi i messaggi che vuole trovare. Calvino diceva che scrivere è nascondere qualcosa in modo che prima o poi venga scoperto. Ecco, credo che dentro Jonas e il  Mondo Nero ci siano parecchie cose nascoste, e prima o poi qualcuno le scoprirà.

In questi ultimi anni il panorama italiano si è molto ampliato e la stessa editoria sta dando più spazio agli autori italiani: quindi quale consiglio darebbe agli aspiranti scrittori?
Essere curiosi, sempre. E non avere fretta. Scrivere richiede un tempo giusto per dare un suono alle parole e alla storia. Bisogna darsi il tempo che serve.

Chi sono i supereroi di oggi?
Potrei dire banalmente che sono quelli che hanno una vita difficile, e magari si sacrificano per gli altri, e non perdono il sorriso, ogni giorno. Ma se ci penso forse non è così banale, se mi guardo intorno.

La linea che divide la realtà dalla fantasia è sempre molto sottile : come si trova il giusto equilibrio?
Se parliamo di storie da raccontare direi con due cose che sembrano esprimere concetti opposti: controllo  e spericolatezza. Avere il controllo della narrazione e, contemporaneamente, concedersi il lusso di correre  a perdifiato.

Non ho potuto fare a meno di notare il gioco di luce e buio all’inizio di ogni capitolo, scelta che non fa che richiamare quello che c’è in ballo nel mondo di Jonas, quindi mi chiedevo: come è nata l’idea?
Sono sempre stato attratto dalle storie che raccontano un mondo parallelo. Man mano che scrivevo qualcosa mi ha portato in quella direzione. La luce e il buio sono  i due elementi in cui si muove la storia, in cui naviga questo ragazzo con dei poteri speciali. E in fondo sono la metafora stessa del passaggio dall’infanzia all’età delle scelte difficili.

Oltre ad essere uno scrittore lei è anche un illustratore, aveva pensato di aggiungere delle illustrazioni al romanzo?
È una cosa che ho considerato, ma poi ho pensato che per ora, e sottolineo per ora, non voglio dare un volto a quei personaggi. Mi piace che ogni lettore si immagini Jonas, Melampo, Nina e tutti gli altri senza il condizionamento di un’immagine già definita. Ma probabilmente le illustrazioni arriveranno presto.

I ragazzi che si approcciano alla lettura di loro spontanea volontà corrispondono alla minoranza, purtroppo. Cosa si potrebbe fare per coinvolgerli di più? Quali elementi non possono mancare un libro per spingerli a leggerlo?
Io credo che sia necessario fare entrare i ragazzi nella  stanza dei giochi
con un po’ di astuzia, e soprattutto non bisogna scegliere il gioco al loro posto. Il rapporto con i libri nasce spesso da un impulso improvviso, è una scelta misteriosa, a volte quasi inspiegabile. Bisogna creare l’ambiente giusto, offrire ai ragazzi
l’opportunità di leggere le storie, ma non costringerli a leggerle.





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