Ciao
a tutti
sono
molto felice e onorata di ospitare una Tappa ( l'intervista per di più) di
questo libro, mando alle chiacchiere e facciamo parlare lo scrittore....
Jonas
ha dodici anni e una vita normale. Almeno così sembra. In realtà nasconde un
segreto: vede cose che altri non vedono. Presenze discrete, all'inizio, poi
sempre più inquietanti. Arrivano da un'altra dimensione e pare che stiano
cercando proprio lui. Un giorno Jonas si ritrova un biglietto in tasca, un
messaggio cifrato, che sembra indicargli la strada da seguire. E, a poco a
poco, si rende conto che è tutto vero: esiste un mondo sconosciuto, molto
vicino a noi, e sta per trasformare la realtà in uno spaventoso universo senza
luce. Il Giorno degli Incroci si avvicina e toccherà a Jonas fare la scelta più
difficile: un incredibile atto di coraggio per impedire che il Mondo Nero
prenda il sopravvento.
Cosa l’ha spinta a
scrivere la storia di Jonas?
Quando
ero ragazzo amavo molto i romanzi di avventura. E anche quelle storie che
correvano sul filo, tra realtà e immaginazione. A un certo punto, qualche anno
fa ho pensato che avrei voluto scrivere una di quelle storie, piena di mistero
e di colpi di scena, e che l’avrei scritta pensando al ragazzo di allora. Forse
Jonas è nato così.
Dietro un grande autore,
c’è sempre un grandissimo lettore. Quali sono gli ultimi titoli che ha letto e
che le sono rimasti nel cuore?
Ho
letto cose molto diverse tra loro, come sempre.
Gatti
molto speciali di Doris Lessing, ho
riletto Lo strano caso del dottor Jekyll
e mister Hyde di Stevenson, e sto
leggendo 4321 di Paul Auster.
Il
primo è un romanzo atipico, parla di gatti come non ti aspetti, con una prosa
sfuggente, come se a scrivere fosse proprio una gatta.
Il
secondo è il racconto ancora potentissimo della Londra Vittoriana più cupa, del
terzo,
decisamente
impegnativo per la mole, non sono ancora in grado dire esattamente quello che
penso.
Però
mi piace.
Quanto c’è di lei nel mondo
di Jonas?
Molte
cose, credo, ma posso dirlo soltanto adesso, rileggendo. Mentre scrivevo non
pensavo a me, alla mia infanzia, a quello che io ero allora. Mentre scrivevo
correvo soltanto insieme a questo ragazzino verso la più incredibile delle
avventure.
Quale messaggio voleva
fosse chiaro al lettore con questo libro?
Ho
una certa diffidenza per gli scrittori che decidono di consegnare un messaggio
a chi legge. Penso che ogni lettore scriva una storia diversa, e quindi ritrovi
i messaggi che vuole trovare. Calvino diceva che scrivere è nascondere qualcosa
in modo che prima o poi venga scoperto. Ecco, credo che dentro Jonas e il Mondo Nero ci siano parecchie cose nascoste, e
prima o poi qualcuno le scoprirà.
In questi ultimi anni il
panorama italiano si è molto ampliato e la stessa editoria sta dando più spazio
agli autori italiani: quindi quale consiglio darebbe agli aspiranti scrittori?
Essere
curiosi, sempre. E non avere fretta. Scrivere richiede un tempo giusto per dare
un suono alle parole e alla storia. Bisogna darsi il tempo che serve.
Chi sono i supereroi di
oggi?
Potrei
dire banalmente che sono quelli che hanno una vita difficile, e magari si
sacrificano per gli altri, e non perdono il sorriso, ogni giorno. Ma se ci
penso forse non è così banale, se mi guardo intorno.
La linea che divide la
realtà dalla fantasia è sempre molto sottile : come si trova il giusto
equilibrio?
Se
parliamo di storie da raccontare direi con due cose che sembrano esprimere
concetti opposti: controllo e
spericolatezza. Avere il controllo della narrazione e, contemporaneamente, concedersi
il lusso di correre a perdifiato.
Non ho potuto fare a meno
di notare il gioco di luce e buio all’inizio di ogni capitolo, scelta che non
fa che richiamare quello che c’è in ballo nel mondo di Jonas, quindi mi
chiedevo: come è nata l’idea?
Sono
sempre stato attratto dalle storie che raccontano un mondo parallelo. Man mano
che scrivevo qualcosa mi ha portato in quella direzione. La luce e il buio sono
i due elementi in cui si muove la storia,
in cui naviga questo ragazzo con dei poteri speciali. E in fondo sono la
metafora stessa del passaggio dall’infanzia all’età delle scelte difficili.
Oltre ad essere uno
scrittore lei è anche un illustratore, aveva pensato di aggiungere delle illustrazioni
al romanzo?
È
una cosa che ho considerato, ma poi ho pensato che per ora, e sottolineo per
ora, non voglio dare un volto a quei personaggi. Mi piace che ogni lettore si
immagini Jonas, Melampo, Nina e tutti gli altri senza il condizionamento di
un’immagine già definita. Ma probabilmente le illustrazioni arriveranno presto.
I ragazzi che si
approcciano alla lettura di loro spontanea volontà corrispondono alla
minoranza, purtroppo. Cosa si potrebbe fare per coinvolgerli di più? Quali
elementi non possono mancare un libro per spingerli a leggerlo?
Io
credo che sia necessario fare entrare i ragazzi nella stanza dei giochi
con
un po’ di astuzia, e soprattutto non bisogna scegliere il gioco al loro posto.
Il rapporto con i libri nasce spesso da un impulso improvviso, è una scelta
misteriosa, a volte quasi inspiegabile. Bisogna creare l’ambiente giusto,
offrire ai ragazzi
l’opportunità
di leggere le storie, ma non costringerli a leggerle.
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