domenica 20 settembre 2015

RECENSIONE: Deathdate di Lance Rubin

Vi siete mai chiesti come sarebbe un mondo in cui tutti conoscono la data precisa della propria morte? Un mondo in cui nessuno ha più niente da vincere o da perdere? Questo è il mondo di Denton Little, diciassette anni e un’unica certezza. Morirà la notte del ballo scolastico. La sua vita è sempre stata piuttosto normale, ma - ora che mancano solo due giorni alla fine - Denton sente di non avere più tempo da sprecare. In meno di quarantotto ore vuole collezionare più esperienze possibili, come la prima sbronza o la prima volta. Ma le cose si complicano quando Denton incontra uno strano tizio che dice di avere un messaggio da parte della madre, morta ormai da molti anni. All’improvviso le ultime ore di Denton si trasformano in una corsa contro il tempo, una disperata ricerca della verità, e forse di una via di uscita.
Casa Editrice: Agostini Young Adult
in libreria dal 22 settembre


RECENSIONE:

Nonostante il tema trattato sia un po' “macabro” lo scrittore ha usato una prosa davvero coinvolgente e unica, grazie anche all’aggiunta di una buona dose di thriller, ma soprattutto all’ironia del nostro protagonista Denton.
Nel mondo di Denton ognuno conosce il giorno del suo decesso. Appena apre gli occhi, Denton sa che oggi sarà il suo ultimo giorno di vita. E sorge già il primo problema, si sveglia a casa del suo migliore amico Paolo, più precisamente nel letto della sorella di Paolo, Veronica, ma per colpa dei postumi di una sbornia non si ricorda nulla della sera precedente, non sa come ha fatto a finire nel letto di Veronica, visto che lui ha già una ragazza e per completare l’opera nota la comparsa di alcuni puntini rossi che quando li tocca si muovono. Subito pensa che sia questo sfogo, la causa della sua morte… 
Ma Denton non ha tempo da perdere, l’ultimo giorno di vita per lui è super impegnato, deve andare al suo funerale, deve fare il suo ultimo discorso e per concludere ci sarà la seduta, ovvero lui, i suoi parenti e i suoi amici più stretti si siedono in casa e aspettano la sua dipartita. 
Come se la giornata non fosse già frenetica e strana al suo funerale si presenta un uomo, dichiarando di essere il ginecologo che ha aiutato sua madre (morta poi di parto) a partorirlo, dichiarando che non può fidarsi di nessuno.
Denton si pone la domanda come mai quest’uomo si presenta proprio oggi, nel suo ultimo giorno di vita, e perché ha detto che non deve fidarsi di nessuno? Tante domande ma il tempo sembra sfuggirli di mano…… 
Per sua fortuna vicino a lui ha il suo migliore amico Paolo che lo sostiene e lo aiuta in tutto, ma Denton inizia a sospettare anche della mamma di Paolo....i misteri come le domande sono tante il nostro Denton riuscirà a venirne a capo in meno di 24 ore?
Deathdate di Lance Rubin è un libro divertente grazie al protagonista e al suo amico Paolo e pieno di sarcasmo ma soprattutto fa riflettere, pone una domanda oserei dire quasi esistenziale:
E' giusto sapere la data del proprio decesso? 
Denton si pone spesso la domanda se sapendo la sua “data di scadenza” ha  vissuto davvero? 
Secondo me non è un fattore positivo, anzi perché finiresti con il rimandare tutto le cose all’ultimo giorno. Denton al ballo di fine anno si accorge della “bellezza”  e della "bravura" dei suoi compagni di classe, ma glielo dice SOLO l’ultima sera della sua vita,  qua mi è nata la domanda: se non stava per morire si sarebbe mai accorto di queste qualità dei suoi amici e gliele avrebbe mai dette? 
La questione che gli rimane solo poche ore di vita sembrano dargli la forza di dire e di fare quelle cose che ha sempre rimandato, per questo sono del parere che è meglio non sapere la data di scadenza (chiama così Denton il suo decesso) si vivono le giornate in maniera più intensa.
Per concludere posso dire che è un libro davvero ben scritto, adatto a tutti non solo ai più giovani ma anche agli adulti….



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3 commenti:

  1. Awww mi intriga tantissimo e la tua recensio e conferma la mia ferrea volontà di leggerlo al più presto! *___*

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  2. Ciao!
    Io ho recentemente finito Deathdate e l’ho trovato parecchio gne. Una storia originale, ma inverosimile, perché è impossibile prevedere il destino di una persona analizzandole semplicemente il sangue, suvvia, condita da dei triangoli amorosi fastidiosissimi a mio parere. L’unica cosa che salvo è l’umorismo di Denton che dà senso all’intero libro, senza dubbio. Diciamo che come esordio non è folgorante, ma è abbastanza gradevole.
    Poi solo a me pare che nelle ultime 100 pagine il nostro Lance si sia messo a scrivere di fretta, di frettissima?
    Trovi il mio parere “esteso” qui se vuoi dargli un’occhiata :3.
    Rainy

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