giovedì 1 maggio 2014

Outcast di Alina Bronsky


Un mondo ostile di cui ignoravi l'esistenza, un padre e una madre che non sono quelli che credevi, un amore possibile che ti costringe a una decisione difficile...
Lei è diversa da tutti
La sua vita ha uno scopo
Se lei è tua madre, tu chi sei?

Definito «Splendido» da Kerstin Gier, autrice di Red, Blue e Green

Juliana ha 15 anni e vive in una società rigidamente strutturata dove i Normali controllano tutto e si tengono rigorosamente lontano da coloro che si comportano in modo anticonvenzionale. Juliana frequenta il liceo, abita in un quartiere ordinatissimo e segue tutte le regole della Normalità. Suo padre, esempio di omologazione e sua madre, una pittrice per hobby e più originale, sono separati. All’improvviso la madre scompare, la casa è sottosopra e piena di polizia e il padre sembra stranamente tranquillo. Cosa succede? E perché Julie sente suo padre definire sua madre una fata, uno degli essere più temuti e disprezzati dalla società dei Normali? In una corsa contro il tempo Julie dovrà confrontarsi con una realtà ben diversa da quella in cui è cresciuta. Dove le cose e le persone non sono bianche o nere e dove la diversità, l’originalità sono fonti di ricchezza e non cose da combattere. Ma è pericoloso là fuori, violento e pieno di sorprese. Julie ritroverà sua madre? E troverà se stessa?

Casa Editrice CORBACCIO
Listino € 16,40
Ebook € 9,99
Pagine 288
Data Pubblicazione 24/04/2014

Outcast è uno di quei libri che da un lato ho amato e dall’altro avrei voluto buttare contro il muro, come cavolo si fa a finire un libro così? Prima mi sganci la bomba e poi fine ?????????????????????!!!!!!!!!!!! scusate lo sfogo.  
La storia di per se è molto semplice e accattivante, Juliane ha 15 anni da quando i suoi genitori hanno divorziato si alternano ogni settimana nell'educazione dei bambini Kassie, Jaro e Juliane, per questo un pomeriggio rincasando da scuola e trovando il padre in casa, quando invece è il turno della madre, capisce subito che è successo qualcosa di grave, infatti  sua madre è sparita, c’è la casa sottosopra, ma la polizia e soprattutto suo padre non sembrano molto preoccupati.
Juliane inizia a fare domande  e suo padre messo alle strette dichiara che sua madre è una fata. Essere una fata è la sfortuna più grande che possa esistere. Juliane inizia a cercare sua madre e la verità, ma si trova davanti solo muri.  Il giorno dopo la scomparsa di sua madre a scuola arriva una nuova ragazza, Ksu una ragazza molto ma molto strana, capisce subito che Ksu non è una normale ma una Freak, infatti la società di Juliane si divide tra i normali (cui fa parte la sua famiglia) e i Freak, quelli strani, quelli pericolosi, quelli cui bisogna stare lontani , quelli mal visti insomma.
Non è un libro perfetto anzi lascia con molti quesiti, spero nei prossimi libri di avere le risposte, prima fra tutte perché c’è questa divisione tra normali e Feak?Poi non è  ben spiegato se le fate sono buone o cattive.
La parte che mi è piaciuta è stata quando finalmente Juliane si rende conto di aver vissuto sotto una campana di vetro, si rende conto che per avere 15 anni è ancora una bambina, anche se non le si può dare tutta la colpa, infatti sua madre pensando di proteggerla le ha tenuto nascosto molte verità. Si rende conto che l’essere “normali” non è sinonimo di star bene ma e solo un modo per non avere un confronto reale e vero con le altre persone, infatti non può  mai invitare a casa propria una compagna di scuola. 
Pur non essendo perfetto c’è una buona dose di suspense che tiene incollato il lettore al libro. 
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3 commenti:

  1. Non doveva finire così!!!! Sono stata anch'io sul punto di lanciarlo oltre la finestra per la frustrazione e ora vorrei aver studiato il tedesco per leggerne il seguito!
    Comunque davvero carino come libro e un po' diverso dal solito :)

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  2. cavolo mi puoi capire allora???!!! Ho fissato l’ipad come un ebete per 5 minuti pensando che si poteva cambiare il finale. E una scrittrice sadica ^___^ però si carino come libro

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  3. Bella la copertina, ma la trama non mi ispira per niente. Poi avendo ancora in mente Prodigy penso che potrei odiare qualsiasi distopico "carino ma niente di che" a cui mi avvicinassi. ;)

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