mercoledì 20 gennaio 2021

Review Party: Il libro dei nomi perduti di Kristin Harmel

 «Sono passati più di sessant'anni da quando vidi questo volume per l'ultima volta, da quando vidi lui, per l'ultima volta, ma il passato sembra essere di nuovo qui, in questa stanza con me, e mi sento soffocare.»

Florida, 2005. Eva Traube Abrams, bibliotecaria quasi in pensione, leggendo il giornale una mattina si imbatte nella fotografia di un libro per lei molto speciale. Il volume, risalente al Diciottesimo secolo, fa parte dei numerosi testi saccheggiati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale; recentemente ritrovato in Germania, sembra contenere una sorta di codice che i ricercatori non sanno decifrare.
Parigi, 1942. Eva è costretta ad abbandonare la città dopo l'arresto del padre, ebreo polacco. Rifugiatasi in una cittadina di confine, inizia a falsificare documenti per i bambini ebrei che fuggono nella Svizzera neutrale. Insieme al misterioso e affascinante Rémy, Eva decide di annotare in un libro in forma criptata i veri nomi dei ragazzini che, essendo troppo piccoli per ricordare, rischiano di dimenticare la propria identità. Così nasce il Libro dei nomi perduti, che diventa una testimonianza ancora più preziosa quando la cellula di resistenza viene tradita e Rémy scompare.
Alla fine del conflitto, Eva, sola e tormentata dai sensi di colpa, decide di ricostruirsi un'altra vita, lontana e diversa. Ha imparato a voltarsi indietro tante volte e ogni volta un pezzo di sé è andato smarrito. Ma ora che il passato bussa prepotente alla porta, avrà il coraggio di rivivere i vecchi ricordi?

Ispirato a una sorprendente storia vera, Il libro dei nomi perduti è molto più di una semplice vicenda di falsari. È un indimenticabile romanzo sull'identità e sul potere dei libri, una testimonianza della resilienza dello spirito umano e della forza dell'amore di fronte al male.

RECENSIONE:

Siamo nel 2005. Eva Traube ha 80 anni, le piace lavorare part time nella biblioteca locale.  Un giorno è scioccata nel vedere un articolo su una rivista che parla di come i nazisti hanno rubato o distrutto libri inestimabili dalle biblioteche di Berlino durante la seconda guerra mondiale, nell'articolo c'è una foto di un libro che era prezioso per Eva 65 anni fa e lei era convinta che non l'avrebbe mai più rivisto.

Siamo a Parigi nel 1942, Eva vive con la madre Faiga e il padre Tatus, quando arrivano i tedeschi la vita diventa più difficile per i cittadini ebrei. I genitori di Eva vengono avvertiti di una retata, ma loro credono di essere al sicuro, ma una notte il padre viene preso in custodia.

Eva è stata istruita, deve contattare un uomo, che dovrà aiutarla consegnandole dei documenti.  

Eva e sua madre scappano in una piccola città chiamata Aurignon nella zona franca. 

Eva fa di tutto per proteggerer la madre e lei,  scopre di aver un talento per la falsificazione, così facendo può aiutare gli altri ebrei e la resistenza francese. Eva può facilmente creare documenti d'identità falsi

La dolce madre di Eva è cambiata dalla perdita del marito e ora è una donna arrabbiata, amareggiata. 

Eva conosce Remy un "collega" falsario, insieme creano nuove identità per li ebrei in fuga. 

Eva però nota che molte identità sono per i bambini ebrei, che essendo troppo piccoli non possono scappare con i loro genitori. 

Eva capisce che i bimbi sono troppo piccoli per ricordare i loro veri nomi e  quindi come li troverà qualcuno quando la guerra finirà? 

Eva ha l'idea di usare un codice segreto chiamato Sequenza di Fibonacci che solo lei e Remy capiscono, annotano tutto su un libro religioso del diciottesimo secolo e si riferiscono ad esso come Il libro dei nomi perduti. La guerra finisce, passano gli anni ma Eva deve affrontare il suo passato per ricongiungersi al suo prezioso libro...

Il libro dei nomi perduti di Kristin Harmel parla di famiglia, sacrificio, dovere, amicizia, onore, tradimento e amore perduto. 

E' un libro brillante, avvincente, toccante una storia da leggere che commuove e come tutti i libri che parlano della seconda guerra mondiale, degli ebrei fa riflettere, molto. 

Stupendo.

 


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