Titolo: Ti amo
già da un po’
Autore: Tania
Paxia
Editore:
self-publishing
Genere: narrativa
(rosa)
Asin: B0112O6HQS
Prezzo: 0,99€
N. pagine: 267
Data di uscita 22
luglio 2015 (ma è già disponibile per la prenotazione)
Sinossi:
Keene,
New
Hampshire
5 Giugno 2006
Ore 22:50
5 Giugno 2006
Ore 22:50
Harper
Lei era lì, dall’altro lato della strada, più bella che mai, con i capelli castani tirati in una coda di cavallo, mentre sorrideva allegra, aggiustandosi la piccola borsa a tracolla che le era scivolata di fianco. Indossava degli shorts corti di jeans, abbinati a una t-shirt rosa. Era accaldata, forse era davvero corsa fin lì da chissà dove.
Il tempo si fermò, concentrandosi in un solo attimo. L’attimo in cui realizzai che non era lì per me, ma era insieme a…
May
“Owen” mi bloccai all’istante, senza fiato. “Ci sediamo?” gli indicai una delle panchine che costeggiavano la strada, di fronte al gazebo rotondo in legno, nella piazza principale. Era uno dei miei posti preferiti.
Lei era lì, dall’altro lato della strada, più bella che mai, con i capelli castani tirati in una coda di cavallo, mentre sorrideva allegra, aggiustandosi la piccola borsa a tracolla che le era scivolata di fianco. Indossava degli shorts corti di jeans, abbinati a una t-shirt rosa. Era accaldata, forse era davvero corsa fin lì da chissà dove.
Il tempo si fermò, concentrandosi in un solo attimo. L’attimo in cui realizzai che non era lì per me, ma era insieme a…
May
“Owen” mi bloccai all’istante, senza fiato. “Ci sediamo?” gli indicai una delle panchine che costeggiavano la strada, di fronte al gazebo rotondo in legno, nella piazza principale. Era uno dei miei posti preferiti.
Un biglietto. Un malinteso. Questo ha portato Maybelle Watson (detta Trilli) e
Peter Harper ad allontanarsi. Da amici per la pelle, sono diventati due
estranei, per gli otto anni consecutivi, fino a quando May, stufa della sua
vita a New York, del suo lavoro di avvocato, del suo fidanzato apatico e
insensibile, avvocato anche lui, decide di tornare a Keene. Ed è qui che
incontrerà di nuovo Peter Harper, il suo amico speciale, il suo Peter
personale. Tra liti, scontri e cioccolate calde col cuore di gelato, May
scoprirà cosa Harper avrebbe voluto dirle quella sera di inizio estate.
Biografia
Tania Paxia vive a Bibbona, un paesino nella provincia di
Livorno. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza (Magistrale) di Pisa e una
delle sue grandi passioni è scrivere.
“Nicholas ed Evelyn e il Diamante Guardiano” è il suo primo
romanzo. Il racconto che lo segue “Nicholas ed Evelyn e il Dragone Carbonchio”
è uscito il 1 marzo. Il secondo della serie “Nicholas ed Evelyn” è in fase di
scrittura. Nel frattempo, ha scritto altri libri: “La Pergamena del Tempio” un
giallo su base storica edito da Europolis Editing, in ripubblicazione autonoma
il 14 agosto 2015, un paranormal “Il marchio dell’Anima EVANESCENT The Rescuer
of Souls #1”, un fantasy “La cacciatrice di stelle” e una commedia romantica
intitolata “Sono io Taylor Jordan!”.
Estratto del libro:
Keene, New Hampshire
5 Giugno 2006
Ore 22:50
Harper
Calma.
Mantieni.
La. Calma.
Era in ritardo soltanto di venti
minuti. May è sempre in ritardo, del resto. Ero stanco di fare avanti e
indietro sull’asfalto, quindi mi ero seduto su uno degli scalini del gazebo in
legno, a pianta ottagonale, con il tetto a punta, situato nella piazza dove di
solito io e May ci soffermavamo a mangiare qualcosa, dopo scuola, prima di
tornare a casa. Questo accadeva prima che May si mettesse con Owen, qualche
mese fa. Che poi non ne era neanche innamorata. Era più una cosa…fisica, da
quanto avevo capito.
Mi mancava trascorrere il mio tempo
con lei. May. È la mia migliore amica da quando ho memoria. E all’improvviso
era scomparsa. La vedevo soltanto a scuola e di sfuggita dalla finestra di
camera mia, dall’altro lato della strada. Fu allora che mi resi conto di quanto
lei fosse importante. Non solo come amica. E allora avevo escogitato un piano.
O meglio, Syd, mia sorella minore, aveva escogitato un piano. Le aveva lasciato
un biglietto da parte mia, nella sua borsa, nello spogliatoio delle ragazze,
durante l’ora di ginnastica. Un piano perfetto.
Lei si sarebbe presentata e le
avrei detto ciò che provavo, senza mezzi termini, senza indugi, senza perdere
ancora altro tempo prezioso. May era una ragazza che agiva d’istinto e mi
avrebbe baciato, lì, sugli scalini del gazebo. Il nostro posto.
No.
Scossi la testa con vigore, avvilito. Queste cose accadono soltanto nei
film, con il colpo di scena finale, quando lo sfigato – ovvero io, in questo
caso – viene raggiunto dall’amata, dopo una corsa sfrenata, per rivelargli i
suoi sentimenti ricambiati.
Scossi ancora il capo per scacciare
dalla testa quel film mentale che mi ero immaginato. E fui assalito da un
dubbio infernale: E se si mette a ridere?
Pensai all’improvviso. Mi passai una mano sulla faccia. Che idiota! Ravvivai con rabbia il
ciuffo di capelli arruffati che mi era ricaduto sulla fronte, cercando poi di
massaggiarmi le tempie con movimenti regolari, per allentare il nervosismo.
Scattai in piedi, dopo aver realizzato che sarebbe successo tutto l’opposto di
ciò che avevo immaginato. Perché lei mi avrebbe detto che eravamo amici, quasi
fratelli e che era una cosa impossibile.
Dovevo scappare, finché ero in
tempo. Potevo ancora svignarmela. Le avrei inviato un messaggio, dicendole che
avevo avuto un contrattempo o mi sarei inventato una scusa stupida. Ero
diventato bravo nell’inventarmi storie. Guardai l’orologio da polso, per la
millesima volta in venti minuti.
Erano le undici in punto. Alzai lo
sguardo, scendendo gli scalini, ma mi fermai di botto.
Lei era lì, dall’altro lato della
strada, più bella che mai, con i capelli castani tirati in una coda di cavallo,
mentre sorrideva allegra, aggiustandosi la piccola borsa a tracolla che le era
scivolata di fianco. Indossava degli shorts corti di jeans, abbinati a una
t-shirt rosa. Era accaldata, forse era davvero corsa fin lì da chissà dove.
Peccato che la realtà fosse ben
differente dai film.
Il tempo si fermò, concentrandosi
in un solo attimo. L’attimo in cui realizzai che non era lì per me, ma era
insieme a…
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