Pagine 200
Euro 9.90
Casa Editrice Garzanti
Data Pubblicazione 16-01-2014
«È stato Furio Colombo a suggerirmi di leggere il libro.
Un po’ mi spaventava una storia così forte.
Quando ho finito di leggerlo, ho avuto una crisi di pianto. Mi ha sconvolto.»
Roberto Faenza – Regista
«È un vero romanzo di formazione.»
Liliana Cavani - Regista
Quanta goccia c'è nell'oceano?
Quanta stella c'è nel cielo?
Quanto capello sulla testa dell'uomo?
E quanto male nel cuore?
Sándor Petöfi
«Quanta
stella c'è nel cielo» non è un errore, è il primo verso di una ballata
amara del giovane Petöfi, il grande poeta ungherese. Quei versi sono tra
le poche cose che Anita porta con sé, insieme a molti ricordi
laceranti.
Anita
non ha ancora sedici anni. È una sopravvissuta ai campi. È bella, è
sensibile, le prove della vita le hanno tatuato l'anima. Sta fuggendo da
un orfanotrofio ungherese per andare a vivere a casa di una zia,
Monika. Eli, il giovane cognato di Monika, è venuto a prenderla al
confine per accompagnarla nel viaggio in Cecoslovacchia, dove si ritrova
clandestina in un mondo ancora in subbuglio.
Ma
tutto questo a Eli non interessa: lo attira solo il corpo di quella
ragazza e già sul treno, affollato di una moltitudine randagia, inizia a
insidiarla in un gioco cinico e crudele.
Quanta stella c'è nel cielo
è un romanzo dai risvolti inattesi. Racconta come si possa tornare
dalla morte alla vita. E come, a volte, il cammino per ritrovare la
speranza possa seguire trame imprevedibili. Protagonista, intorno ad
Anita, è un'umanità dolente, alla ricerca di una nuova esistenza: c'è
chi vuole dimenticare e chi vuole ricordare, chi mette radici e chi si
imbarca per la terra promessa, chi vuole rifiutare per sempre ogni
violenza e chi invece pensa che l'unico dovere è, dopo tutto,
imbracciare il fucile per non essere mai più vittima.
Edith
Bruck offre in queste pagine la storia palpitante di un'epoca cruciale
del dopoguerra, quando tutto era in fermento tra mille difficoltà.
Un'altissima meditazione sulla speranza, sulla straordinaria forza e fragilità di chi va verso una rinascita.
E la grande capacità della Bruck è il risvegliare violente emozioni nel lettore.
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