Un memoir di straordinario interesse, intenso,
coinvolgente, di elevatissima drammaticità, corredato da foto esclusive. Un
eccezionale documento per la Giornata della Memoria.
Pagine: 480
Prezzo: 18.50 €
Un solo uomo è entrato ad Auschwitz di sua
volontà.
Per liberare tutti.
Membro della resistenza polacca, il capitano Witold Pilecki nel 1940 si fa volontariamente arrestare durante una retata per essere imprigionato ad Auschwitz, con il proposito di raccogliere informazioni sulla struttura del campo e organizzare una rivolta. Auschwitz è ancora in fase di costruzione, e i prigionieri che non vengono liquidati immediatamente sono costretti a turni di lavoro estenuanti, soggetti a punizioni crudeli, decimati dalle malattie. Witold subisce come tutti il freddo e la fame, assiste impotente a crudeltà inaudite, ma la sua forte fibra e la sua determinazione lo aiutano a sopravvivere. A poco a poco comincia a tessere la sua rete clandestina, “arruolando” compatrioti e organizzandoli in cellule indipendenti e sconosciute le une alle altre. Intanto Auschwitz continua a crescere, le camere a gas e i forni crematori lavorano a pieno ritmo, la terribile macchina del campo è sempre più organizzata, cominciano gli esperimenti medici. Per tre anni, Pilecki aspetta in quell’inferno il momento di dare il via alla rivolta, ma l’ordine non arriva mai. Nel 1943 decide che non può più fare nulla nel lager e, con l’aiuto dei suoi amici, riesce a scappare. Dopo una fuga rocambolesca ritrova la libertà e prosegue a lavorare per la resistenza.
Witold Pilecki, nato in Polonia nel 1901, di origini
nobili, arruolato nell’Armata Polacca, dopo l’occupazione tedesca e la
capitolazione di Varsavia, si unì alla resistenza antinazista. Nel 1940 si fece
arrestare per poter entrare ad Auschwitz e organizzare una rete di resistenza e
inviare rapporti sulla situazione nel campo, da cui fuggì tre anni dopo.
Nell’autunno 1945, per conto
del governo polacco in esilio a Londra, fu spedito
nuovamente in missione nella Polonia occupata dalle truppe sovietiche. Finito
in un campo di lavoro sovietico come prigioniero politico, fu scoperto,
processato e giustiziato nel maggio del 1948. Fino al 1989 le informazioni
riguardanti l’attività di Witold Pilecki furono censurate.
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